QUELLO CHE HO VISTO NELLO SPAZIO
Psicologia e cosmo nell’esperienza del primo uomo a volare tra le stelle
«Come si fa sempre al momento di partire per un lungo viaggio, vi dico arrivederci, cari amici. Come vorrei abbracciarvi tutti, amici conosciuti e sconosciuti, vicini e lontani! A presto!»
L’universo, la materia misteriosa di cui è composto e la distanza siderale che lo separa dalla Terra sono un luogo estremo per eccellenza. Un’incognita che iniziò a essere svelata soltanto a partire dal 12 aprile 1961, quando, a bordo della navicella Vostok 1, Yurij Gagarin avrebbe avuto la sorte di essere il primo uomo a volare nello spazio. Ma cosa sente un essere umano al cospetto di una dimensione percepita come infinita? Cosa ne è dei suoi valori, delle sue emozioni e del suo stesso legame con il mondo quando si trova immerso in un’atmosfera completamente estranea a tutto ciò che può chiamare «casa»? E come, in una simile situazione, vissuta in realtà soltanto da un numero minimo di persone, le percezioni possono essere alterate, le valutazioni distorte, i criteri di valutazione modificati per sempre?
Dopo aver raccontato la sua vita di cosmonauta in Non c’è nessun dio quassù, già pubblicato dalla Red Star Press, Jurij Gagarin ritorna nello spazio insieme allo psicologo Vladimir Lebedev, già responsabile del suo addestramento, per raccontare ciò che davvero ha visto e sentito nel corso del più celebre di tutti i viaggi interstellari e per spostare nel cuore dell’universo la frontiera di ciò che può essere considerato umano.
€15.20
Scheda Bibliografica
Autore | Jurij Gagarin, Vladimir Lebedev |
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Pagine | 288 illustrato con fotografie d’epoca in b/n |
Formato | 13×20, brossurato con bandelle |
Collana | Tutte Le Strade |
ISBN | 9788867181360 |
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