Maria Paola Arbeia, “Calcio, Novara e musica a cannone nei nostri racconti di vita”: il libro di Rondinelli e Vecchio”, La Stampa – Novara, 4 marzo 2021
Maria Paola Arbeia, “Calcio, Novara e musica a cannone nei nostri racconti di vita”: il libro di Rondinelli e Vecchio“, La Stampa – Novara, 4 marzo 2021
Si parte dal bar Helen Peter’s «per tutti l’HP, tra i quartieri San Martino e Sacro Cuore». Si incrociano «ultras, tifosi, giovani, anziani, regolari e disadattati». Si arriva per gioco a tifare nel derby letterario Soriano-Galeano per poi tornare coi piedi sul rettangolo verde nei quartieri di periferia: a pensare al futuro dello sport popolare, a promesse – mantenute o mancate – del futbol su campi che non hanno le luci di San Siro ma sui quali rimbalzano speranze, delusioni, passioni e tecnica tra la zona Cesarini e spogliatoi d’antan. Nei racconti del libro «Con il pallone tra i piedi e la musica a cannone» c’è il calcio ma anche molto, molto altro. Gli autori sono Nicolò Rondinelli e Andrea Vecchio. Il primo, trentottenne, è nato a Milano, cresciuto a Trecate e vive a Novara da 10 anni. Laureato in Consulenza pedagogica, lavora come educatore. Vecchio, 39 anni, è nato e vive a Novara, diplomato al liceo Antonelli. Passioni comuni: calcio, musica, lettura e scrittura.
«Tra la provincia e il punk»
Tutti e due hanno già svariate esperienze come autori e sono amici di lunga data. Si passano la parola come un affiatato attacco a due punte. Fischio d’inizio, via col racconto sui racconti. Vecchio: «L’idea è di un paio di anni fa. La letteratura calcistica in Italia iniziava a vivere un periodo molto florido ma iniziava a dar troppo spazio a un forzato romanticismo, troppo condizionato da miti sportivi di internet e tivù. Così abbiamo pensato di raccontare il nostro passato calcistico da atleti e tifosi partendo dalle basi e dalla nostra città. Conoscevamo da tempo gli editori Roberto e Cristiano di Hellnation Libri/Red Star Press. Li abbiamo contattati ed ecco il libro». Rondinelli: «Volevamo proprio raccontare una porzione di vita di provincia, come quella novarese, con una lente particolare: il calcio nelle nostre esperienze autobiografiche. Il calcio “fatto sociale totale”, per citare Marcel Mauss. Con gli editori c’è lunga amicizia e pluriennali frequentazioni sottoculturali e musicali punk».
«Sentimenti e sacrificio»
L’assist ai lettori: che cosa vi piacerebbe venisse colto, in particolare, del libro? Vecchio: «Vorrei che si soffermassero a riflettere, in primo luogo, sui sentimenti di sacrificio e appartenenza, le basi del calcio. In uno stadio o nel cortile, dietro ogni azione o imprecazione, credo ci sia una storia molto più profonda, legata ai motivi che ci hanno fatto scendere in campo. L’educazione, lavoro, interessi, fisico e sentimenti sono portati sui campi da gioco di tutto il mondo».
Rondinelli: «Nel mio intento il libro non vuole essere scontata apologia o condanna alla realtà in cui sono cresciuto e vivo. Piuttosto è un ritratto parziale e vissuto emotivamente nel quale le persone come noi, cresciute in un contesto provinciale, possano identificarsi. Il calcio è il medium più facile. Accompagna la crescita e la vita di milioni di persone».
Il derby Galeano-Soriano
Sono arrivati con un buon allenamento di penna al libro a quattro mani. Vecchio: «Scrivendo racconti “scissi” l’uno dall’altro, non abbiamo avuto difficoltà. Sui temi abbiamo avuto un’intesa subitanea. Conoscendoci da una vita, sapevamo bene dove andare a parare». Rondinelli: «Il bello di scrivere questo libro è stato lo scorrere parallelo delle personali storie, emozioni e vissuti. Cucire tutto è stato quanto di più automatico potesse accadere».Mancano le presentazioni pubbliche ma loro sono soddisfatti dell’esordio del libro. Vecchio: «I riscontri sono più che buoni, le copie stanno arrivando in tutta Italia, siamo in costante contatto con l’editore. Organizzeremo presentazioni online. Certo è un peccato non incontrarsi». Rondinelli: «L’essenza dello scrivere è a mio avviso anche la possibilità di parlarne con qualcuno». Maestri, miti, esempi di vita? Vecchio non ha «veri e propri maestri o idoli ma sono lettore sfegatato di Hemingway, Cartwright, Evangelisti, Fenoglio, Carver e Steinbeck. Esempi nella vita? Tutti coloro che hanno partecipato come partigiani alla Resistenza in Ossola». Rondinelli è lettore «onnivoro e bulimico. Tra gli autori che mi hanno fatto crescere ci sono Bunker, De Carlo, Pasolini, Kafka, Hornby, Carlotto, John King e altri».
Galeano o Soriano: per antonomasia il derby sudamericano di letteratura, società e calcio. Chi preferite? Vecchio, al volo: «Soriano, “Il rigore più lungo del mondo” è il primo racconto bibliocalcisitico che ho letto. Ricordo ancora quando mio padre me lo suggerì. Galeano ha avuto il merito di far conoscere radici popolari e comunitarie del calcio. Derby del Rio de la Plata molto combattuto, comunque». Rondinelli: «Due giganti. Per formazione personale opterei per Galeano, “Splendori e miserie del gioco del calcio” è una bibbia per me». In un anno così difficile, anche per lo sport a tutti i livelli, un vostro auspicio? Vecchio: «Supportate il calcio popolare, informatevi su iniziative e attività delle realtà dello sport “dal basso”». Rondinelli: «Pasolini disse che “il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. In una società in cui aggregazione e coesione sociale vengono sempre meno, il calcio può essere ancora uno dei collanti più significativi».