Igiaba Scego, “Antirazzista ironica”, Internazionale, 17 luglio 2020

Igiaba Scego

(Internazionale, 17 luglio 2020)

Negli scaffali delle librerie sono tornati i libri scritti da immigrati e figli di immigrati che una narrazione briosa ci raccontano un pezzo d’Italia ancora poco conosciuta. All’inizio c’è stato Pap Khouma con il suo Io venditore d’elefanti, scritto a quattro mani, in cui raccontava magistralmente e senza sconti il razzismo subito in Italia e la sua vita d’ambulante. Poi le autofiction hanno ceduto il passo alle fiction e, soprattutto tra le figlie dell’immigrazione, sono usciti i romanzi di pregio di Gabriella Kuruvilla, Cristina Ali Farah, Kaha Aden, Gabriella Ghermandi. Ora è tornata l’autofiction, soprattutto nel mondo afroitaliano. Donne nere italiane, più o meno giovani, hanno cominciato a raccontare la loro vita sospesa tra due paesi, due mondi, due modi di amare e percepire la vita. Il contenuto spesso ricalca le forme della comunicazione immediata dei social network, capaci di conquistare i più giovani. In questo filone va inserito anche il libro di Marilena Umuhoza Delli “Negretta. Baci razzisti“, che racconta il suo crescere nell’Italia degli anni 80, nel profondo nord, come figlia di un italiano (ex seminarista) e una ruandese. Al contrario di altri, il libro di Marilena Umuhoza Delli, a partire dal titolo, usa l’ironia come strumento della sua personale lotta antirazzista. Un libro godibilissimo e intelligente.

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