Contro la guerra e le minacce dei guerrafondai di regime: solidarietà ad Alberto Fazolo

Viviamo in tempi di ordinario terrore: il terrore di milioni di persone a cui non è garantito un tetto sulla testa e che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena e a cui, il banchiere chiamato alla presidenza del Consiglio (già responsabile – tra le molte altre cose – della terrificante macelleria sociale vista in Grecia) si permette di dire che sarà necessario «fare sacrifici» per schierare l’Italia sul fronte di una potenziale terza guerra mondiale.

Dopo aver assassinato la sanità pubblica, distrutto la scuola e varato un selvaggio programma di distruzione ambientale a vantaggio dei soliti speculatori, quali dovrebbero essere ancora i «sacrifici» che il capo dei banchieri chiede al Paese?

Insieme alle spese militari portate al 2% del Pil, a essere sacrificata sull’altare del profitto, evidentemente, deve essere qualunque voce critica che – qui e ora – si spende a favore del disarmo e per la pace.

Tra le poche disponibili, quella di Alberto Fazolo, coautore, per la nostra casa editrice, del volume In Donbass non si passa, si caratterizza per la conoscenza di prima mano della situazione ucraina e per l’impegno realmente democratico e, di conseguenza, rigorosamente antifascista. Posizioni evidentemente scomode, visto che in casa editrice arrivano mail di questo tenore: «Dite a quell’animale di Fazolo (…) che a a lui resta poco da fare… oltre che ad essere arrestato dalla procura italiana a cui credo poco, penso che per lui si debba adottare la formula “occhio x occhio, dente per dente” e spero che sia soppresso da chi di dovere».

Di messaggi simili, la stessa bacheca Facebook di Fazolo è sommersa: un vero e proprio tentativo di linciaggio rispetto al quale, analizzando gli account, non è difficile scorgere l’azione di apposite agenzie, specializzate nell’uso di troll e dedite al sistematico avvelenamento dei pozzi del dibattito pubblico (saranno le lettrici e i lettori a rispondere autonomamente alla domanda: chi paga tali soggetti? Di quali interessi sono al servizio?).

Per questa ragione, ricordando come la guerra sia un affare buono soltanto per i padroni (abbiamo visto in questi giorni l’incredibile aumento del valore azionario delle fabbriche d’armi?), esprimiamo la nostra totale solidarietà ad Alberto Fazolo e ai lavoratori e alle lavoratrice costretti a vivere sotto le bombe e/o con lo spettro della disoccupazione e della fame in ogni parte del mondo. Allo stesso tempo, insieme all’infame pratica delle minacce anonime, condanniamo anche l’overdose di informazione con l’elmetto – i guerrafondai di regime – che foraggia ideologicamente tali pratiche, arrivando a mettere in discussione la stessa incolumità fisica di chiunque rifiuti di foraggiare con esseri umani e/o con cannoni la disgustosa realtà della guerra imperialista.

Red Star Press, Roma – 9 aprile 2022

 

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