La Red Star Press aderisce all’appello per la liberazione di Pablo Hasel
La Red Star Press aderisce con convinzione all’appello lanciato da NOI RESTIAMO per la liberazione di Pablo Hasel.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, il vergognoso arresto del rapper catalano, accusato, tra le altre cose, di aver insultato la monarchia dello stato spagnolo, dimostra come l’Unione Europea, sempre pronta a dipingere sé stessa come il migliore dei mondi possibili, non ha nessun problema ad accogliere tra le sue fila sistemi giuridici di marca assolutamente fascista, come quello che punisce con la galera chi, come Hasel, ha trovato nella giustizia sociale una fonte di ispirazione artistica. Allo stesso tempo, l’arresto di Hasel dimostra anche che chi crede che la libertà di espressione, alle nostre latitudini, sia qualcosa di acquisito, si sbaglia di grosso: come tutte le conquiste (quanti diritti dati per scontati sono andati in fumo negli ultimi anni?), anche la possibilità di esprimere la propria opinione ha la necessità di essere difesa con forza. E che si parli di musica o di carta stampata, il discorso non cambia.
Come cooperativa editoriale, la Red Star Press auspica che le case editrici indipendenti italiane si rendano conto della posta in gioco e che, nelle loro rivendicazioni, non si limitino a praticare uno sterile terreno corporativo, ma facciano sentire una voce di lotta, capace di unirsi ai tanti e alle tante che in questo momento, in Catalogna come nel nostro paese, dicono “Libertà per Pablo Hasel” rinnovando, in questa battaglia, la convinzione che un mondo migliore non sia semplicemente possibile, ma assolutamente necessario.
(Red Star Press – Roma, 26 febbraio 2021)
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APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI PABLO HASEL AL MONDO DELL’ARTE, DELLA CULTURA E ACCADEMICO:
La magistratura spagnola lo ha condannato a più di nove mesi con l’accusa di “apologia di terrorismo” e “vilipendio della Monarchia e delle istituzioni dello Stato” solo per aver espresso il suo dissenso alla Monarchia postfranchista dei Borboni e alle politiche dello Stato spagnolo nei testi delle sue canzoni. Un fatto gravissimo (e purtroppo non isolato nella penisola iberica) che ci mette di fronte ancora una volta a una preoccupante violazione dei diritti e della democrazia.
Non possiamo restare in silenzio, la censura nei confronti di Pablo ci parla della necessità di schierarci per difendere la libertà d’espressione e lottare contro una giustizia vendicativa.
Il caso di Pablo ci riguarda tutti.
Facciamoci sentire!