Nasce a Torino il 9 gennaio 1990 da padre comunista e madre interista. Cresciuto in quel di Manduria, si laurea a pieni voti in Giurisprudenza il 16 ottobre 2017, appena dodici ore dopo il derby vinto 3 a 2 al novantesimo. Politicamente irascibile e amante della tattica, diventa interista per un ardente senso di giustizia sociale. Scorge un nesso inscindibile tra la lotta di classe e il 42-3-1 di Mourinho e Spalletti, il 4-3-3 di Zeman e il 4-4-2 di Cuper.
Ama le poesie di Fabrizio De André, Luigi Tenco, Bruce Springsteen, Fidel Castro ed Ernesto Guevara, i libri di Renato Curcio, l’Urss, il sinistro di Alvaro Recoba, i Diaframma e i Joy Division. È solito guardare le partite dell’Inter ascoltando la new wave al posto delle telecronache di Sky e della Rai.
Detesta la difesa a tre, il liberismo, la Juventus, la prostitussione intellectuale, i democristiani, il Milan, il JobsAct, il politically correct, i governi tecnici, il pop, i giustizialismi e i garantismi esasperati che mettono in crisi lo Stato di Diritto, i fricchettoni in Birkenstock che si credono intellettuali e i liberal-dem che si professano di sinistra.
Ancora in attesa di superare il lutto dovuto agli addii di Moratti, Mourinho e Spalletti, sogna di diventare il nuovo Peppino Prisco e servire l’Internazionale di Milano esercitando, nel frattempo, la professione di avvocato e consulente finanziario a Milano.
Ha creato e gestisce su Facebook la popolare pagina INTERISTI STALINISTI >>>