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Nato a Viareggio nel 1911, abbandona il suo lavoro di disegnatore industriale per abbracciare la lotta partigiana nel 1944, un’esperienza fondamentale per la redazione di Giorni di fuoco, il libro in cui l’autore mette la sua ispirazione neorealista al servizio della narrazione delle grandi battaglie della Resistenza.
Fondatore della rivista letteraria «Darsena nuova» e protagonista della vita culturale italiana del dopoguerra, vinse il premio Viareggio nel 1946 con il romanzo Pane duro, presto tradotto anche in Unione Sovietica, Polonia, Cecoslovacchia e Romania, dando vita, come ricordarono Cesare Pavese e Italo Calvino, a una nuova letteratura della fabbrica e del lavoro.