Scipione

Scipione (nome d’arte di Gino Bonichi, Macerata 1904 – Arco 1933) è considerato il massimo esponente della cosiddetta Scuola Romana, che rinnovò la produzione figurativa italiana alla fine degli anni Venti con un espressionismo di ricerca, alternativo sia al passatismo dell’accademia che alle soluzioni futuriste. Visse per lo più a Roma, crocevia di fertili scambi tra pittura e letteratura. Espose in mostre nazionali e internazionali, disegnò per «L’Italia letteraria» e fondò con Mazzacurati la rivista «Fronte», che ospitò anche le firme di Moravia e Savinio. Ricordato spesso per il furore creativo e lo «spirito devastatore che gli faceva sognare voli d’angeli in tramonti infuocati e strade di lava» come scrisse Guttuso, all’intensa attività alternò lunghi periodi in campagna o in sanatorio, per una tubercolosi che lo stroncò a soli ventinove anni.

 

«Sei stato colpito nell’elemento, dove hanno sede le forze più oscure, dove principia per la creatura umana la notte. Ora si tratta di radunare le forze luminose perché la ferita si rimargini, perché vivere con essa sarebbe impossibile» (Scipione)

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