LA STORIA CONTRO IL RAZZISMO
Riconoscere e confutare i discorsi d'odio razziale attraverso i fatti storici
Da alcuni decenni il tema dei discorsi d’odio è entrato prepotentemente all’interno del dibattito pubblico. Un fenomeno preoccupante e pericoloso che a lungo è stato affrontato soltanto sul piano giuridico con risultati piuttosto deludenti. Non basta infatti condannare legalmente l’hate speech per fermarlo, e soprattutto non si può affrontare un certo tipo di linguaggio solo nel momento in cui esprima in modo esplicito tesi discriminatorie o propositi violenti. Servono interventi culturali e sanzioni sociali che colpiscano tutti quei discorsi che riproponendo pregiudizi, luoghi comuni, false informazioni diffondono, più o meno direttamente, la cultura dell’odio verso minoranze e gruppi oggetto di oppressione.
Per fare ciò risulta indispensabile il ruolo della storia, disciplina capace di analizzare criticamente i discorsi d’odio, mostrare i loro aspetti ricorrenti, svelarne gli aspetti mistificatori e soprattutto dimostrare come la diffusione di stereotipi e preconcetti che potrebbero sembrare banali o inoffensivi possano risultare gravidi di conseguenze.
In questo testo, dopo aver analizzato l’origine del pregiudizio “etnico-razziale” e la sua trasformazione in vera e propria ideologia razzista, approfondiamo alcuni casi specifici di hate speech. Casi che differiscono per epoca, supporto comunicativo, collocazione geografica, autori e contesti, ma che presentano dei cliché ricorrenti che, confutati sul piano dei fatti storici, ci permettono di comprendere come il discorso razzista, ancora oggi, si nutra dei medesimi leitmotiv.
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Scheda Bibliografica
Autore | Matteo Minnelli |
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Pagine | 184 |
Formato | cm 15×21 – brossurato con bandelle |
CR Edizioni | |
ISBN | 9791280257086 |